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Per Aspera Ad Veritatem n.24
In questo numero


L’ultimo numero dell’anno duemiladue prepara sostanziose novità per la Rivista. Come i Lettori avranno avuto modo di intravedere nella manchette acclusa a questo volume, ovvero consultando il nostro sito, a partire dal prossimo n. 25, con la collaborazione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Per Aspera ad Veritatem sarà disponibile in molte librerie su tutto il territorio nazionale. Inoltre, sarà possibile sottoscrivere abbonamenti e chiedere l’invio di numeri arretrati. L’iniziativa intende in primo luogo soddisfare le numerose richieste ricevute dalla Redazione, che lamentavano difficoltà nel reperimento della Rivista. Ma ovviamente c’è di più.
La cultura dell’intelligence sta crescendo nel nostro Paese e si moltiplicano le iniziative e le sedi dove i temi della sicurezza sono approfonditi ed analizzati. Diverse Università ed altri centri di studi vanno promuovendo corsi, seminari ed incontri. Sorgono nuove riviste ed iniziative editoriali di vario genere sui media che riscuotono crescente interesse. Indubbiamente tale processo è accelerato dalle incognite dell’attuale scenario internazionale e dalle apprensioni suscitate dagli eventi, mai troppo a lungo evocati, del settembre 2001, che hanno scosso molte coscienze e dunque accresciuto il desiderio di conoscere e di essere cittadini consapevoli. Quale ne siano le ragioni, è importante dal nostro punto di vista cogliere il significato della tendenza in atto, per proseguire con maggior slancio il cammino già intrapreso che, attraverso la comunicazione, persegue un unico obiettivo: avvicinare il comune sentire a principi e valori costituzionali, come quello della sicurezza, che sono parte essenziale della vita della Comunità e ne costituiscono l’essenza stessa.
D’altro canto è ormai opinione diffusa che il nuovo millennio si sia aperto con la chiara consapevolezza di una rinnovata strategicità del lavoro d’intelligence, in relazione alle caratteristiche delle nuove minacce.
Numerosi adeguamenti di carattere normativo hanno infatti riguardato le strutture di intelligence in diversi Paesi. In modo analogo si sta muovendo il nostro Parlamento. Nel senso di un potenziamento e di una modernizzazione culturale e professionale degli organismi di intelligence sono state già approntate molte misure di organizzazione, reclutamento, formazione, in varie parti del mondo.
Per queste ed altre ragioni l’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola di Addestramento del SISDe, che come ogni anno presentiamo ai nostri Lettori, ha rivestito in questa occasione significati densi e pregnanti. Sulla qualità del fattore umano poggiano infatti molte delle possibilità di successo di un’intelligence moderna. Prima di ogni riforma, strutture al passo con i tempi sono in grado di porre in atto da sole processi di autoriforma, con la flessibilità necessaria per adattarsi alla situazione in mutamento, attraverso la conoscenza degli strumenti professionali ma anche una più generale capacità di comprensione della realtà. In questi obiettivi di formazione permanente si riconosce il ruolo della Scuola. Onorata, com’è ormai tradizione, dalla presenza del Ministro dell’Interno, la sobria cerimonia ha ricevuto lustro e spessore dalle parole dell’Ambasciatore Sergio ROMANO, che ha tenuto la prolusione sui temi più importanti e decisivi della politica internazionale alla fine dell’anno in corso.
L’intervista che apre questo numero di Per Aspera ad Veritatem non è d’altro canto meno significativa. Sul numero ventidue, il Prof. Pio MARCONI ha aperto la strada di una riflessione sui mutamenti del mondo del lavoro, con i riflessi sull’organizzazione sociale e sul sindacato, dedicando attenzione ai tentativi del terrorismo brigatista di giocare un ruolo eversivo tra le pieghe del conflitto sociale. Tali questioni, la cui enorme rilevanza non può sfuggire ad alcuno, sono poste, nel più ampio scenario della politica del Governo in carica, all’attenzione del Prof. Maurizio SACCONI, Sottosegretario al lavoro, alla salute e alle politiche sociali.
Nella parte prima, come di consueto dedicata ai saggi e agli articoli, la Rivista ospita interventi che spaziano su argomenti diversi, tutti in qualche modo legati alla realtà dell’intelligence, che speriamo incontrino l’interesse dei nostri Lettori. è il caso appunto di Carlo MOSCA, di cui con grande piacere ospitiamo il discorso tenuto il 13 dicembre 2002, alla presenza del Capo dello Stato, in occasione della cerimonia conclusiva delle celebrazioni del bicentenario dell’istituto prefettizio. Il ruolo dei Prefetti, da sempre riferimento di un’intelligence sul territorio, sensori dei problemi della comunità, è in tutta evidenza ancor più strategico quanto più si evolve l’ordinamento verso forme di federalismo unitario e solidale. In un contesto di natura giuridico-legale si colloca invece il lavoro di TESSUTO, che in tema di terrorismo consegna interessanti riflessioni sull’importanza dell’aspetto linguistico nella legislazione. La questione, come ben sanno gli addetti ai lavori che si confrontano con difficoltà e impasse tutte le volte che è necessario adottare definizioni comuni e condivise, è tutt’altro che di poco conto nel contesto delle organizzazioni internazionali e sovranazionali. Su temi più vicini al lavoro di tutti i giorni dei Servizi si soffermano invece gli elaborati di CANTADORI (lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose) e di NAVARRA e MACCONO (la destabilizzazione). La Direzione nazionale antimafia ha avuto modo di occuparsi delle questioni legate allo straordinario incremento del trasferimento di denaro all’estero verificatosi insieme all’aumento della presenza di cittadini extracomunitari sul territorio nazionale. Come tale contesto sia sensibile, in relazione alla necessità di prevenire e reprimere fenomeni di riciclaggio da parte del terrorismo e della criminalità organizzata, lo illustra ai nostri lettori Antonio LAUDATI, Magistrato presso la Procura Nazionale Antimafia con una consolidata esperienza sul campo.
Numerosi documenti d’interesse trovano spazio nella parte seconda e terza. Tra questi, segnaliamo ai lettori la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo nel caso Rotaru contro Romania, del maggio 2000, per l’interesse del caso e la quantità di questioni relative al trattamento dei dati che solleva.
La Romania, come si sa, è candidata all’ingresso, ancorché in una seconda scadenza rispetto al primo gruppo di paesi, nell’Unione Europea allargata. è veramente notevole il lavoro che il paese sta svolgendo nel campo dell’informazione per la sicurezza nazionale, attraverso una rivoluzione copernicana rispetto al periodo della dittatura di Ceaucescu, con nuovi Servizi e leggi regolatrici ispirate a criteri di trasparenza e controllo. Al sistema d’intelligence nel paese dell’Europa orientale è pertanto dedicato l’approfondimento in parte quarta.
La parte delle recensioni e delle segnalazioni bibliografiche è particolarmente ricca in questo volume. Aperta da un’intervista a Massimo FRANCO, giornalista di Panorama autore del libro Polvere di spie, contiene alcune segnalazioni bibliografiche tratte dagli scaffali delle librerie che nel periodo più recente, tra globalizzazione, antiglobalizzazione e terrorismo internazionale risultano quanto mai ricchi di proposte.
Chiude questo numero lo stralcio di un volumetto pubblicato per i tipi della Sellerio, intitolato Spionaggio a Palermo. Ne sono autori CANOSA e COLONNELLO, che ricostruiscono con dovizia di particolari un contesto lontano nel tempo (sedicesimo secolo) ma straordinariamente interessante. In particolare, tra le appassionanti descrizioni di attività corsare nel Mediterraneo, abbiamo scelto una parte dedicata all’attività di controspionaggio nel capoluogo siciliano.
Infine, ci piace segnalare (i relativi riferimenti sono pubblicati in apertura della parte seconda) il nuovo logo adottato dal SISDe a partire dal 1° gennaio 2003. Consegniamo ai nostri Lettori un brevissimo resoconto dei diversi simboli adottati nel tempo dal Servizio, fino a quest’ultimo, scelto per rappresentare le sfide dei tempi attuali, che in un’efficace sintesi di innovazione e tradizione, conserva tuttavia il motto, Per Aspera ad Veritatem, che è anche il titolo della nostra Rivista.



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